In seguito a dei tornei di calcetto aziendali da noi organizzati constatammo una grande partecipazione, decidemmo così di partecipare a tornei nazionali ufficiali.
La nostra associazione iscrisse ad un campionato FIGC per tre anni consecutivi una vera e propria società calcistica.
Annate 2007/08
2008/09
2009/10
Con una sua micro organizzazione che vedeva come dirigenti con varie mansioni i soci: Magnotti, Damiano V., Curci, Scavone, Coviello Donato.
Questi soci calati nella parte si adoperarono già un anno prima trovando sponsor per l’iscrizione al campionato e per pagare la struttura sportiva.
Ma cosa più importante fu quella di far sostenere a tutti coloro che volevano partecipare a questa iniziativa le visite mediche sportive
All’epoca obbligatorie ma non perseguibili e controllate come oggi. Specie ai nostri livelli.
Non neghiamo di esserci trovati nella situazione SPIACEVOLISSIMA di non far partecipare al campionato a un paio di soci che risultarono non idonei alle visite.
Coinvolgendoli all’interno della squadra con altre mansioni.
Al primo anno i soci appassionati risposero numerosi all’iniziativa. Avevamo una squadra di 20 giocatori. Che furono coinvolti tutti durante le partite.
Fu il primo anno che ci misurammo in una nuova dimensione, nessuno di noi aveva mai giocato ad un calcio che non era né calcio a 5 ne calcio a 11.
Era un ibrido si giocava a 8giocatori in un campo che è il doppio di quello di calcetto e la meta di uno di calcio.
Disciplina appena sbarcato nel mondo della FIGC nazionale fu così che con spirito d’avventura ci lanciammo nell’impresa.
Questo campionato era accostato per motivi di calendario alle squadre di serie A. noi scegliemmo il Bologna. (non ricordo se per i colori o perché era “la meno peggio”!!)
Non partimmo bene, anzi.. direi malissimo perdendo le prime partite.
Ricordo molti di noi lamentare giramenti di testa a fine partita, dovuti allo spaesamento.. abituati a giocare in campi piccolissimi o grandissimi, trovarsi in una via di mezzo fu letale nei termini di risultato e di prestazione.
Senza dimenticare che noi eravamo tutti giocatori di basso profilo, colleghi che volevano farsi una partitella a pallone alla settimana, mentre le altre squadre erano ben attrezzate con giocatori di categoria.
molti di loro militavano in squadre di eccellenza e promozione
Lasciammo agli avversari tre quattro partite di vantaggio, ma appena capimmo i sistemi di gioco diventammo presto una squadra ostica da battere.
Furono molte le soddisfazioni durante l’anno calcistico, chiudemmo il campionato a metà classifica.
Portando a casa un anno di esperienza e tanta soddisfazione da parte dei partecipanti.
Ovviamente non furono tutte rose e fiori, come succede in tutte le squadre del mondo, ci furono diverse situazioni da gestire, ma ne uscimmo sempre a testa alta.
L’anno successivo fu diverso, non fummo dei semplici partecipanti ma cominciammo a dire la nostra.
Chiudemmo al quinto posto, su sedici squadre partecipanti.
Il terzo ed ultimo anno non perdevamo praticamente mai.
Chiudemmo al secondo posto in campionato, solo perché la prima classificata la SAMPDORIA aveva tutti ragazzi ben allenati e che giocavano insieme dall’età di tre anni, oltre che detentori del titolo per tutti e tre gli anni.
Fuori da ogni pronostico, e da qualsiasi immaginazione facemmo un anno strepitoso. Ricordo che le uniche due partite perse, proprio contro la Sampdoria.
La classica sfida Davide contro Golia…
Furono due battaglie, battaglie sul campo, che al contrario di quando si possa pensare furono due partite disciplinate corrette, ogni azione era combattuta nella correttezza delle regole. Ricordo un silenzio che circondava quella gara.. tutti erano al massimo della concentrazione.
Noi per l’importanza della partita, loro “Forse” perché cominciavano ad avere un po’ di timore nella nostra prestazione.
in questo caso Davide perde… Perdemmo entrambe le partite, in casa 1-0 e fuori casa 2-1.
Ma il risultato non fu quello riportato sui giornali (si perché molte partite furono riportate sui quotidiani sportivi locali), il risultato che portammo a casa fu diverso.
Noi avevamo vinto.
Semplicemente perché lottammo alla pari con atleti di gran lunga più quotati e preparati di noi. Ma soprattutto la nostra vittoria fu quella di unire un gruppo affiatato di colleghi che nel tempo libero dopo il lavoro si misuravano con altre persone su una passione che condividiamo in tanti.
IL CALCIO.
Tutti gli elementi della squadra furono soddisfatti delle proprie prestazione e obbiettivi raggiunti.
Fu l’ultimo anno che partecipammo al torneo, perché in seguito la FIGC decise di limitare il campionato agli OVER35. All’epoca in azienda tra gli interessati erano in pochissimi a superare i 30anni d’età.